Adriano Lanzi (solo guitar + intervista)
Concerto di Mercoledì 04 Luglio 2018 al B-Folk
Data e orari
04 Luglio 2018
Inizio concerto: 20:30
Ingresso: free
Tessera richiesta ENAL (3,00€)
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Nato a Roma nel 1972, ADRIANO LANZI è chitarrista, compositore, improvvisatore, performer elettronico, occasionalmente bassista. Ha fondato il quartetto rockjazz El Topo (un cd per la belga Off) partendo da un precedente duo con Omar Sodano che esordì su Klangbad, etichetta tedesca gestita da Hans-Joachim Irmler, tastierista dei Faust, storica formazione del rock europeo più avventuroso e sperimentale. Ha collaborato a lungo, in studio e dal vivo, con il gruppo afro-jazz del griot senegalese Siriman "Pape" Kanoutè, forse il primo e il più rigoroso divulgatore della kora e della cultura mandinga in Italia, partecipando con lui a dirette radiofoniche nazionali (Stereonotte, La Stanza della Musica) e alla realizzazione di musiche per il teatro., nel duo MU con la violoncellista Federica Vecchio (www.facebook.com/muguitarandcelloduo), nel duo Le Grand Lunaire con l’oboista, thereminsta e tastierista Paolo Di Cioccio, e con il trio elettroacustico K-Mundi (con il dj e sound artist Økapi e il batterista Marco Ariano – www.facebook.com/kmundigroup ). Collabora occasionalmente con il veterano della scena improvvisativa e progressive europea Geoff Leigh (ex Henry Cow), con il cantautore e folk/punk rocker Stefano Giaccone (ex Franti/Kina), con la polistrumentista statunitense Amy Denio e altri musicisti della scena italiana e internazionale. Da sempre si dedica alla sonorizzazione dal vivo di classici del cinema silenzioso, in chiave elettronica o chitarristica, e recentemente alla produzione di colonne sonore per documentari.
La sfida del suo solo per chitarra acustica amplificata è ricondurre al suo strumento una serie di brani nella cui versione originale la chitarra è ben lontana dall’essere lo strumento principale, quando addirittura non è presente o contemplata. Nuova veste sonora dunque, per episodi classico-barocchi che virano verso la psichedelia (il Fac Ut Ardeat dallo Stabat Mater di Vivaldi) pezzi jazz sassofonistici, pianistici o orchestrali che ritrovano una radice folk-blues (Ghosts di Albert Ayler, We Travel the Spaceways di Sun Ra, Pannonica di Monk), tanghi di Ernesto Nazareth, pagine prog (Sea Song di Robert Wyatt), brandelli di swing (Miller, Ellington) memoria cinematografica popolare (Nino Rota), e la voglia di intrattenere e incontrare il pubblico col gusto e sul filo del rischio e dell’assurdo.

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